Smart Working: cos'è e come si applica - Exabyte

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sabato 25 novembre 2017

Smart Working: cos'è e come si applica

Immaginate una classica giornata lavorativa. Sveglia alle 7:00, doccia e colazione di fretta perchè bisognerà arrivare in tempo in ufficio ed evitare il traffico. Tantissimi altri faranno contemporaneamente la stessa cosa, sperando anche loro di trovare meno traffico possibile. Infine si arriverà a lavoro, a volte per giunta in ritardo, con una buona dose di stress accumulato e si inizieranno tutte le classiche attività di inizio giornata lavorativa: consultazione email, riepilogo del lavoro svolto nel giorno precedente, pianificazione degli obiettivi della giornata etc.

E se invece di agire in questo modo avessimo la possibilità di dormire mezz'ora in più, gestire e pianificare la giornata lavorativa da casa e poi recarci in ufficio con calma, in orari non di punta e ad arrivare solamente un po' dopo l'orario di lavoro classico (se non addirittura allo stesso orario) ma con un bel po' di attività già svolte? Ecco, questo è un esempio della filosofia che sta dietro lo Smart Working.

Quindi, cos'è questo Smart Working?

E' una filosofia manageriale che si fonda sulla restituzione di flessibilità e autonomia in termini di spazi, orari e strumenti in cambio di una maggiore responsabilizzazione e produttività dei lavoratori.
Nel corso degli anni lo smart working, scambiato erroneamente da alcuni per il semplice lavoro da casa, ha assunto sempre maggiore importanza all'interno delle aziende e ha suscitato un discreto interesse anche a chi non fa parte direttamente del settore.
Varie riviste rivolte ad un pubblico femminile, ad esempio, hanno approfondito questa gestione intelligente del lavoro, vedendola come una definitiva opportunità per rimuovere quei limiti che purtroppo ancora ostacolano la conciliazione delle esigenze delle lavoratrici e quelle dei datori di lavoro.
Anche il mondo della politica ha riconosciuto lo smart working come opportunità di miglioramento, ne abbiamo la prova con l'approvazione della Legge n. 81 del 2017 del 15 Giugno 2017 che tutela il lavoratore autonomo e stabilisce le modalità di applicazione del "lavoro agile".
Dati forniti dall'osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano

Come si applica?

Chiarito quindi che non si parla esclusivamente di mero lavoro da casa, per applicare lo smart working è innanzitutto indispensabile ridisegnare lo spazio di lavoro.
Basta Workspace confusionari e rumorosi, sono più indicati spazi di lavoro silenziosi e che consentano di concentrarsi e portare a termine rapidamente il proprio lavoro. Una corretta gestione e ottimizzazione degli spazi può far ottenere notevoli risparmi di denaro che possono poi essere reinvestiti per migliorare lo sviluppo dell'azienda e le condizioni dei lavoratori.

Un altro punto su cui fare leva è sicuramente l'utilizzo delle risorse digitali. Una piena di integrazione dei moderni sistemi informatici all'interno delle aziende permette di velocizzare le proprie azioni e di rendere reperibili alcune risorse anche al di fuori del luogo fisico di lavoro.
Il tutto dovrà però essere a pieno compreso e supportato dai vari dirigenti, che avranno il compito di indirizzare la filosofia aziendale verso una gestione del lavoro flessibile e intelligente, cercando di conciliare le esigenze dei lavoratori con le caratteristiche dell'azienda stessa.

Lo smart working è davvero una soluzione o non porta concreti benefici?

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Due casi di applicazione dello Smart Working in Italia sono senza dubbio Barilla e TetraPak, soprattutto quest'ultima che nella sua sede di Modena ha rivoluzionato la gestione del lavoro arrivando ad essere eletta più volte "Best place to work" nel settore manifatturiero in Europa.
Adesso i lavoratori di Tetrapak non seguono orari di lavoro fissi, non timbrano cartellini e autocertificano le ore lavorative effettuate, il tutto coordinato dai vari capi reparto. Gli spazi di lavoro sono stati progettati per essere modulari, gli uffici sono formati da pareti in vetro interscambiabili, in modo da poter modificare a adattare gli spazi a seconda delle esigenze che cambiano.

Se da un lato tutto questo possa sembrare un paradiso, che aumenta la produttività dei lavoratori e dimunisce lo stress e le perdite di tempo inutili, bisogna comunque ribadire che senza una piena disciplina e maturità dei lavoratori e una corretta organizzazione e pianificazione da parte dei dirigenti, il tutto può risultare più un ostacolo che un aiuto.
L'avere avuto però una legge che mette per iscritto come, dove e quando applicare lo smart working e che tutela i dipendenti da un eccessivo sfruttamento da parte dei datori di lavoro, rende meno difficoltosa la strada verso il cambiamento.


Grazie a Claudio Borotti per la collaborazione!

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